Saluto e ringrazio tutte le autorità presenti ed in particolare,a nome mio personale e di tutti i Maestri del Lavoro della Campania che mi onoro di rappresentare,rivolgo un ringraziamento al Prefetto di Napoli,dott. Andrea De Martino,ed a quanti hanno collaborato all’organizzazione di questa grande manifestazione.
Questo primo maggio ha un valore speciale perché cade nel 150° anniversario dell’unità d’Italia ed anche perché si celebra a Roma la beatificazione di un uomo eccezionale come papa Wojtila.
Oggi,festa del lavoro,è il giorno fissato per la consegna delle onorificenze al merito del lavoro.
E’ l’appuntamento con le eccellenze del Paese che si rinnova.
E’ un appuntamento rituale che si rinnova anche per me che ho il privilegio di prendere parte a questa solenne cerimonia che vede insigniti 66 lavoratori della Regione Campania.
L’onore di essere prescelti per questo riconoscimento al merito del lavoro è per tutti motivo di soddisfazione e di orgoglio. Sappiamo pure che questo onore comporta assunzioni di compiti e responsabilità importanti e pertanto rinnoviamo il nostro impegno ed il nostro contributo per concorrere a costruire il progresso e lo sviluppo del Paese.
La nostra Federazione è lo strumento associativo che dobbiamo tenere in vita per consentire di testimoniare nella società e verso le istituzioni i nostri valori.
Peculiarità fondamentale della nostra carta costitutiva è quella di trasmettere le nostre competenze e la nostra esperienza ai giovani e partecipare come protagonisti del mondo del lavoro.
I Maestri del Lavoro sono stati,per tutta la loro vita lavorativa,dentro un circuito virtuoso ove i valori positivi sono stati il loro viatico quotidiano,e tuttavia hanno sempre rivolto il loro pensiero verso la società civile per fornire quell’apporto morale proveniente dalla loro attività,per essere testimoni del rispetto delle regole,sia aziendali che quelle,più eticamente pregnanti,della intera società.
Il profondo degrado della società ci rende difficile trasmettere ai giovani l’esperienza,la cultura del lavoro ed il senso morale e questo induce tutti noi a intensamente riflettere sulle prospettive della futura società e del mondo del lavoro.
Questo giorno solenne ci dà anche l’occasione di una fugace riflessione su alcuni temi che oggi,come ieri,hanno una grande valenza sociale e culturale.
Oggi la parola più pronunciata in Italia è il diritto.
I diritti vantati,a proposito o a sproposito,sono tanti ma mi preme ricordare quello sancito dalla nostra Costituzione che è appunto il diritto al lavoro.
Ma accanto ad ogni diritto vi è il suo rovescio e cioè il dovere da compiere.
Il dovere oggi sembra completamente dimenticato .
Orbene,mentre il cittadino ha il diritto di lavorare ha anche il dovere di produrre.
Quindi è necessario un impegno quotidiano a migliorare la propria prestazione lavorativa.
Oggi le imprese si confrontano in un mercato globale e quindi devono,per sopravvivere,produrre a prezzi competitivi.
Se muore l’azienda,muore anche il diritto del lavoratore,sicché si giunge alla conclusione ovvia che non vi è più alcun diritto da reclamare.
Oggi non c’è più posto per quelli che reclamano diritti virtuali senza confrontarsi con la realtà imperante.
La crisi economica che ha investito tutto il mondo è davvero grave e purtroppo di lunga durata.
L’Italia ha bisogno di politiche di rilancio economico,serie e ponderate,per renderla più competitiva sul piano internazionale.
Si tratta di tagliare privilegi e rendite di posizione diffuse nella nostra società.
Il diritto al lavoro e la tutela del lavoro rappresentano i due pilastri del nostro impianto costituzionale e devono essere mantenuti al centro dell’impegno della Repubblica Italiana e delle sue Istituzioni.
Il mondo del lavoro conserva ancora tutti i vincoli di solidarietà e di forza rappresentativa della società produttiva.
Questa generale consapevolezza ci fa porre al centro del nostro agire la sicurezza nei luoghi del lavoro e la tutela della salute dei lavoratori in ogni campo di attività.
Ed è la sicurezza nei posti di lavoro che noi Maestri sosteniamo con tutte le nostre forze.
E’ questo il tema che sistematicamente i Maestri del Lavoro sottolineano perché morire sul posto di lavoro è la sconfitta dello stesso lavoro.
Il Presidente della Repubblica sottolinea in ogni occasione la necessità di un dialogo tra le opposte fazioni politiche(già,perché si comportano da fazioni e non da partiti politici) per procedere verso lo sviluppo civile ed economico della nazione.
In quest’ anno in cui vengono celebrati i 150 anni della nascita dello Stato Italiano l’unico baluardo contro posizioni politiche contrapposte è stato il Presidente Napolitano.
Ed è stato ancora il Presidente della Repubblica che ha degnamente celebrato il 25 aprile laddove gruppi di contestatori si sono prodigati a vilipendere la nostre Istituzioni.
Mi piace concludere ricordando che la Federazione Italiana dei Maestri del lavoro,che si è posta sempre a sicuro baluardo della legalità e della sicurezza sul lavoro,nel prendere le distanze da tutti coloro che offendono l’unità della patria ed il retaggio del 25 aprile,non farà mancare il suo contributo su tutti gli scottanti aspetti della problematiche del lavoro e della loro influenza sullo sviluppo della società.
Dott. Salvatore Marotta
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