domenica 27 gennaio 2013



IL LAVORO: UNA PARTITA DA GIOCARE


La centralità del lavoro nella vita degli individui è motivata da due fattori: la necessità di guadagno e quella di identità. Avere dei guadagni rende possibile l'utilizzo di beni o servizi, per l'appagamento di necessità materiali e fisiologiche. Il fattore che però attualmente viene spesso sottovalutato è la conseguenza, quasi silenziosa ma invadente, dell'acquisizione di una identità quando un individuo ottiene un lavoro. Un artista si identifica nel proprio prodotto, un coltivatore nei propri alimenti, un imprenditore nella propria azienda. Avere un lavoro significa poter avere un modo per distinguersi dagli altri, per sentirsi responsabili ed essere riconoscibili.
Cosa sarebbe l'uomo se non avesse una identità, se non fosse capace di impegnarsi in qualcosa e costruirsi una personalità individuale?
Il lavoro è importante perché definisce la società e i suoi individui creando regole e valori sociali che condizionano la vita di tutti. E' il rispetto nato dall'impegno che nobilita l'uomo e lo rende parte della comunità a cui appartiene. E' da qui che nasce la vita, che si formano gli obiettivi e i percorsi che condizioneranno le nostre scelte.
Un lavoro fatto senza amore e partecipazione è una strada percorsa senza osservare il paesaggio che la circonda, senza gustare il tragitto e la compagnia che ci affianca lasciando dietro di se solo una scia di fumo e una meta che sembra non arrivare mai.Il lavoro ci circonda e si traduce in mille modi diversi, quasi nascondendosi nelle tante azioni che ogni giorno compiamo.
Ma cosa sarebbe la vita senza il lavoro? Sarebbe una partita di calcio senza pallone. Undici persone valgono milioni solo perché organizzati in un gioco che ha al centro un oggetto che dà inizio ad una partita, che li fa muovere e dà loro un ruolo. Se togliessimo quella palla, se solo eliminassimo le reti e lasciassimo quei calciatori senza nulla da rincorrere, quanto varrebbero?
E così anche l'uomo senza lavoro non avrebbe più uno scopo, non sarebbe più capace di esprimere se stesso e far valere le proprie capacità all'interno di una società che li riconosca.
Il lavoro è proprio quella palla rotonda che dà valore ai calciatori e permette loro di guadagnare .
In questo periodo di difficoltà dell’economia nazionale è importante mantenere ancora viva la fiamma dell’entusiasmo e della fiducia nell’avvenire, perché solo con la produzione, non solo fisica,ma anche mentale, saremo capaci di superare questa sfida che sta mettendo a dura prova noi tutti.
Purtroppo sono numerosi i casi di abbandono degli studi e della categoria di individui attivi, ovvero di persone che lavorano e che cercano lavoro, e ancora più numerosi sono coloro che subiscono i risvolti psicologici negativi di tale crisi. Non possiamo lasciare che i numeri, le restrizioni e le decisioni politiche ci abbattano. Dobbiamo reagire e fare in modo che il lavoro, fondamento della nostra nazione, riesca a trascinare ancora una volta quel popolo che ha sempre dimostrato di essere in grado di rimboccarsi le maniche e combattere.
I Maestri del Lavoro, lavoratori da almeno venticinque anni decorati dal Presidente della Repubblica con la “Stella al Merito del Lavoro”, vogliono trasmettere i valori della dedizione, del sacrificio ed onestà come fondamenti della vita di ogni individuo.
Si impegnano costantemente affinché, attraverso il loro operato nelle scuole, negli enti e nelle manifestazioni, traspaia sempre la convinzione che l’impegno e il senso di responsabilità nel lavoro siano l’unico mezzo per ottenere soddisfazioni e rispetto. Si sentono investiti del compito di guidare i giovani a riacquistare la fiducia nel proprio futuro anche in questo periodo in cui la precarietà è diventata sempre più frequente. Hanno fatto del loro passato uno strumento per costruire il futuro, investendo nelle nuove generazioni perché convinti che l’esperienza sia una buona maestra di vita. Cercano sempre di fare del proprio meglio e di conservare in loro l’entusiasmo e la laboriosità che li hanno contraddistinti durante gli anni di onorata carriera per trasmetterla a chi deve affrontare il mondo del lavoro. Continuano a credere che vivere e generare il lavoro con amore, tenacia, disciplina e dedizione possano ancora essere le basi per i Maestri del Lavoro del domani, perché il lavoro, in qualunque forma si concretizzi, onora e dona dignità ad ogni uomo indipendentemente dalle sue opportunità di guadagno.
               
                                                                                                                  mdl ing.Vincenzo Esposito
(Pubblicato sul "Corriere dell'Irpinia "in data  18 gennaio 2013 )                                              
 
                                                                                                         

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